Tuesday, September 22, 2009

Lo sfarsi del progetto

Ho re-incontrato queste parole che amo:

"Come potrebbe l’architetto anche il più sensibile il più profetico competere con la vita? Come prevedere che all’angolo tra il bagno e il corridoio il vecchio cadrà e si spezzerà le ossa del bacino? Oppure che Luigi avrà gli occhi azzurri come le piastrelle della cucina? O che alla mattina tu ti incanterai a studiare tutta la luce scalena che si sposta sul tuo letto? No, l’architetto non può combattere contro il disordine brulicante di noi, specie interstizia, bidimensionale fittissima e parlante […]. Consegnateci dei gusci sicuri e asciutti, non pensateci mentre ci sediamo ci alziamo afferriamo la bottiglia sullo scaffale […]. La scomodità non è per noi così scomoda. Lo spazio insufficiente non lo è sempre. L’assurdità di un appartamento può essere amata con tutto il cuore".

Edward Hopper, Sun in an Empty Room, 1963

"Si vedono gli spigoli delle stanze, i volumi sono nitidi, la luce non conosce intoppi e scivola sui pavimenti, le pareti sono nude e dai soffitti non pende ancora nulla. È il momento in cui la casa assomiglia più alla sua pianta e al suo alzato".

In Ruggero Pierantoni, È richiesta attenzione sul problema tremendo dello «sfarsi del progetto», in Verità a bassissima definizione, Critica e percezione del quotidiano, Einaudi, Torino 1998, pp. 186-196.

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